Ottobre 2002 dal manicomio di Racconigi al carcere di Saluzzo. La barchetta esce da un muro per entrare in un altro per fare teatro con i detenuti. Venti uomini. Due incontri alla settimana. Sbarre e cancelli da attraversare. Uno spettacolo nuovo all’anno aperto alla cittadinanza. Un teatro fisico per sentirsi ancora vivi, per poter ri-leggere il proprio vissuto, per prendere consapevolezza dei propri limiti e potenzialità.
Poi, nel 2004, per la prima volta, siamo usciti fuori. E da quell’esperienza il gruppo è cresciuto e, oggi, esce mensilmente per replicare gli spettacoli in contesti nazionali di Festival e Stagioni Teatrali: è questa l’unica realtà di Teatro Carcere, in Italia, che va in trasferta senza utilizzo della scorta di Polizia Penitenziaria. Grazie alla volontà della Direzione, del Personale Penitenziario e delle autorità giudiziarie, nel carcere di Saluzzo entrano, ogni anno, più di mille spettatori per assistere al nuovo spettacolo e più di milleseicento studenti e docenti per il Progetto Educare alla Legalità.
È questa una realtà diventata ponte tra le persone recluse e i liberi cittadini, opportunità di crescita culturale e luogo di formazione per artisti e studenti universitari. Oggi l’esperienza comprende due Laboratori Teatrali, per i detenuti comuni e per l’ Alta Sicurezza, la produzione di due nuovi spettacoli all’anno, un gruppo di attori-detenuti in art.21 e di ex detenuti che recitano in trasferta e un Progetto Teatrale in partenariato con l’Associazione Hestia per il carcere Salto del Negro di Las Palmas (Gran Canaria).
Siamo soci fondatori del Coordinamento Nazionale Teatro Carcere e nel dicembre 2018, con lo spettacolo La Classe abbiamo ricevuto, a Roma, il Premio ANCT- Teatri delle Diversità.
E il viaggio continua.