di Grazia Isoardi
con gli attori-detenuti del Carcere di Saluzzo (CN)
coreografie Marco Mucaria
luci Cristian Perria
regia Grazia Isoardi
produzione VOCI ERRANTI
LA FAVOLA BELLA
Trailer
Sinossi
Chi potrebbe mai essere quella bambina nel bosco che porta un cappuccetto rosso? Da dove viene e che ne sarà di lei? Perché se ne va tutta sola? Tra tutte le fiabe quella di Cappuccetto Rosso è sicuramente la più conosciuta e variamente interpretata, dalla versione del 1600 di Charles Perrault a quella ottocentesca dei fratelli Grimm e tutte attingono a fonti orali popolari della cultura contadina europea. La fiaba è come uno specchio nel quale tutte le epoche si sono costantemente rispecchiate, molto vicina alla realtà della vita così come alle nostre esperienze.
C’era una volta… e c’è ancora la necessità del fabulare, antica arte che trasforma la meraviglia in parola e la parola in nuova meraviglia. C’era una volta… e c’è ancora la bambina ingenua ed innocente inghiottita da un lupo famelico, il bosco misterioso e il cacciatore salvifico, il fascino della trasgressione e della paura, la ricerca del piacere e la certezza della cattiveria dei lupi.
E chi è il lupo? Mangia la bambina per punirla della disobbedienza alla mamma o semplicemente per un naturale istinto di sopravvivenza? È un malvagio o semplicemente un matto?
C’era una volta… e c’è ancora un lupo che passa per cattivo. Rileggendo la fiaba il gruppo dei detenuti si è riconosciuto nel branco dei lupi ed ha rivisitato la storia dal proprio punto di vista riconoscendo la necessità di raccontare e di raccontarsi, di guardare in faccia le paure e le difficoltà del crescere, di essere consapevoli dell’avidità che li ha portati a non accontentarsi delle piccole quotidianità e quindi, in molti casi, a cercare nella criminalità quelle tinte forti di cui ne sentivano “fame“.