IL BOSCO BUONANOTTE

Il Progetto

Dall’esperienza del teatro alla scrittura di una storia per bambini. Questo è l’ultimo Progetto che Voci Erranti ha realizzato con i detenuti, in regime di Alta Sicurezza, nella Casa di Reclusione R. Morandi di Saluzzo (CN).

Il libro è in vendita presso la sede di Voci Erranti, nelle librerie, su Amazon e ibs.

 

Nessuno può fare quello che sa fare

 

la legge del bosco

 

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SCINTILLE – GLI ULTIMI SARANNO

IL PROGETTO

L’essere padre in carcere è uno degli aspetti più dolorosi della vita reclusa, significa fare i conti con una assenza incolmabile che, inevitabilmente, lascia tracce indelebili nella crescita dei figli e nella vita di coppia; la genitorialità è minata alla base e la relazione padre-figlio soffre da entrambe le parti. Nei diversi momenti di dialogo con i detenuti emerge sempre l’argomento dei propri figli e le relative difficoltà nell’ essere padri a distanza. Da questo contesto è nato il Progetto Liberandia, finanziato dal bando Libero Reload della Fondazione Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, con il desiderio di dare ai detenuti-padri uno spazio per raccontarsi in modo sincero e di scrivere, insieme, una storia per bambini. Il Progetto ha coinvolto tredici detenuti-padri, due educatrici dell’Istituto Penitenziario, l’equipe psico-antropologica dell’Associazione Mamre di Torino, lo scrittore Yosuke Taki, l’illustratrice Francesca Reinero, la casa editrice Scritturapura e il coordinamento di Grazia Isoardi. Il percorso, della durata di sei mesi, si è sviluppato attraverso un Laboratorio di Scrittura Creativa che è stato, costantemente, accompagnato e condiviso da tutti i professionisti coinvolti nel Progetto. Ad ogni incontro nascevano nuove storie, nuovi paesaggi e poi, come per magia, spuntava una parola fondante che diventava un tassello importante del mosaico.’ Nell’ultima fase di lavoro il gruppo si è concentrato sulle parole più utilizzate durante il percorso, parole che poi sono diventate gli ingredienti principali della storia finale. IL BOSCO BUONANOTTE parla di maschere e solitudini, illusioni e assenze, mancanze e non detti. E’ una storia nata in carcere ma parla a tutti perché a tutti può capitare di perdersi in un bosco e di far fatica a ritrovare la strada giusta che riporta a casa.

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“Quando ho paura del bosco, ho paura di me”, così scriveva la grande autrice francese Marguerite Duras. Ho fatto mia questa frase, perché ho sempre provato un’intensa fascinazione per i boschi, ma abbracciata alla più grande paura. Il bosco è la dimensione sconosciuta, del mondo naturale certo, ma anche di noi stessi: nascosto nel folto degli alberi, nell’ombra, nel buio, può nascondersi il più grande pericolo, ma anche la più grande salvezza. Come scoprirlo, se non lo si affronta? Attraversare un bosco e uscirne illesi, magari mutati, è da sempre una metafora della crescita spirituale, dello scatto evolutivo degli individui. A tutte e tutti credo sia capitato quel momento nella vita, in cui, come Dante Alighieri, ci siamo ritrovati a pensare: ecco, mi trovo “nel bel mezzo di una selva oscura ché la diritta via era smarrita”. Ci siamo ritrovati lì, in quella selva dura, selvaggia e aspra e forte quando abbiamo perso la fiducia in qualcuno o qualcosa, quando qualcuno l’ha persa in noi, quando abbiamo tradito o siamo stati traditi, quando abbiamo ingannato o siamo stati ingannati, quando abbiamo creduto di aver perso tutto, per colpa nostra o altrui, poco cambia. Il bosco nero ci ha fatto paura ma abbiamo dovuto per forza affrontarlo. E abbiamo scoperto che quel bosco nascondeva anche tesori. Proprio come nelle fiabe: porte segrete, alberi miracolosi, piccole case  accoglienti e aiutanti magici. Non è un caso che non si smetta mai di ricorrere a questa metafora per parlare di vita, morte e rinascita. E così è e così sarà anche nel Bosco Buonanotte, dove si perde la maschera, ma si ritrova il tesoro. 

SIMONA VINCI

I PENSIERI DEI PAPÀ-DETENUTI PARTECIPANTI AL PROGETTO

Il Bosco Buonanotte è il luogo dove i pesci non trovano dove depositare le loro uova, le persone usano qualsiasi oggetto per arrangiarsi e i papà inventano storie da raccontare.                                                                                   

                                                                                                                                            Francesco 

 

Mi sono immerso in questa bellissima esperienza che racconterò con orgoglio ai miei figli, ai miei nipotini e anche ai loro amichetti. E’ una storia che rispecchia alcuni passaggi della nostra vita e ci fa riflettere.                                                                                                                                  

Luigi

 

Nelle ore passate insieme mi sono sentito più che mai vicino a mia figlia, mia sorella e tutti i miei nipotini che non ho visto nascere. Una cosa ho capito del Bosco Buonanotte: si può uscire.                                                    

                                                                                                                                                   Tonino

 

E, nel trascorrere questo tratto del viaggio, ci siamo resi conto di non aver mai detto troppo spesso “ ti voglio bene “ e di aver preferito nasconderci, più semplicemente, dietro una maschera.                                             

                                                                                                                                                 Donato

 

Io sono un padre a distanza. Avrei voluto tanto leggere questo libro alle mie figlie a casa, perciò mi sento di dire a tutti i genitori di essere molto presenti in famiglia. La mia esperienza nel progetto è stata bella, coinvolgente e costruttiva.                                                                               

Francesco 

 

A distanza non mi sento un papà ideale, non ho cresciuto nessuno. Questo mi spezza il cuore. Il Bosco Buonanotte non è fantasia o favola. Ho tanti non detto, li dirò quando il mio cuore sarà intero.                                                                                                                                            

Ally

 

Non ho mai avuto filtri con le mie figlie, in modo leggero ho sempre cercato di dire loro la verità per questo tra me e le mie bambine c’è un amore viscerale.

                                                                                                                                                 Michele

 

Ho capito che si può essere un buon padre anche se a distanza e che si può essere sempre presenti. Una persona può migliorare imparando dagli errori fatti.

                                                                                                                                              Giuseppe

 

Il Progetto è stato una vacanza per la mia mente. Senza dover essere cauti, prudenti, timorosi, incerti, senza dover calcolare  vantaggi e svantaggi, rischi e benefici. La mente libera di scorrazzare ovunque senza nessuno che ti giudichi. Una pacchia.                                          

Emilio

 

Liberandia è stato un bel viaggio dell’anima, dove ho potuto anche volare.                              

Mario

 

Ognuno ha portato qualcosa in questo gruppo e, da una parola all’altra, si è formata una vera squadra di persone che si sono confrontate e unite per partorire un qualcosa di bello e unico. Una storia per bambini. Una storia per i nostri figli.

                                                                                                                                               Gianluca

 

Ho rivissuto alcuni momenti del passato quando ero in famiglia e coccolavo la mia figlia per farla addormentare. Ricordi dolcissimi che mi danno ossigeno per poter continuare a sperare.    

                                                                                                                                                   Nicolò

 

Ora il mio desiderio è quello di andare in una terra lontana con mio figlio ed insieme camminare nei boschi, andare al mercato e giocare con le farfalle.                                                                Antonio

 

Saluzzo, 8 giugno 2020

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